Una storia che sembra già scritta nel- l’etimologia del proprio nome. La sto- ria di una famiglia, Rosso, di Chiara- monte Gulfi, e della sua terra, la Sici- lia. Da oltre vent’anni la società agri- cola Giuseppe Rosso è leader dei pro- dotti di marca privata per l’eccellenza della Gdo italiana, come Fior Fiore Coop e Sapori e dintorni Conad; la fi- ducia, inoltre, da parte della Gdo tut- ta ragusana, che sta diventando sem- pre più un’eccellenza regionale e non solo, gli ha consentito di avere oggi un ruolo in un ambito più grande: il suo brand, Rosso di Sicilia, è infatti in rapidissima crescita e questo sarà un anno da record. Una sto
Giuseppe Rosso, patron di Rosso di Sicilia e amministratore unico della omonima azienda agricola, ha un pas- sato da docente presto interrotto per investire sul privato, una scommessa che è stata fortemente voluta da tutta la famiglia e che oggi può contare cir- ca venti addetti: «Il punto di forza che ha permesso questa crescita – spiega – è la vicinanza con il mercato orto- frutticolo e soprattutto con questo territorio dove nuove generazioni di imprenditori agricoli continuano a in- vestire e a far crescere le aziende che erano prima dei loro padri. Un territo- rio che ha una forte vocazione per l’a- gricoltura intensiva e che ha svilup- pato negli anni una grande industria di trasformazione, acquisendo una fetta importante del trasformato na- zionale, soprattutto dei rossi».
Se “il cibo è una priorità”, come affer- ma Giuseppe Rosso, la recente pan- demia ha avuto il ruolo di rimarcare come la cosa più importante della no
frutticolo e soprattutto con questo territorio dove nuove generazioni di imprenditori agricoli continuano a in- vestire e a far crescere le aziende che erano prima dei loro padri. Un territo- rio che ha una forte vocazione per l’a- gricoltura intensiva e che ha svilup- pato negli anni una grande industria di trasformazione, acquisendo una fetta importante del trasformato na- zionale, soprattutto dei rossi».
Se “il cibo è una priorità”, come affer- ma Giuseppe Rosso, la recente pan- demia ha avuto il ruolo di rimarcare come la cosa più importante della nostra vita sia la salute: «E per stare be- ne – sottolinea – occorre nutrirsi in modo salutare, mangiare cibo sano, fatto con materie prime di qualità, trasformate da fresco, senza aggiunta di conservanti.
Il consumatore è sem- pre più attento a quanto scritto nelle etichette, seleziona i prodotti che ab- biano una qualità oggettiva, meglio se certificata da un ente terzo. A volte la grande distribuzione, che oggi de- tiene oltre il 90% del mercato del cibo in Italia, e credo in Europa, tentenna ad ammettere che il consumatore, cioè quello che oggi potremmo defininire il consumatore della transizione alimentare, non cerca prodotti di pla- stica, tutti uguali, tutti perfetti, tutti magnificamente scialbi nel loro stan- dard omogeneo, ma ricerca prodotti veri, autentici». E le conserve, salse e sughi pronti Giuseppe Rosso ne sono una prova dal 1997. La strategia indu- striale adottata guarda alla moderni- tà, attraverso la ricerca e lo sviluppo di tecnologie nuove, ma con un oc- chio indirizzato sempre al passato, cercando di riproporre le caratteristi- che del prodotto fatto in casa.
«Ci ricordiamo tutti il sapore delle pietanze che mangiavamo da piccoli – racconta Rosso – alle volte ci sembra di sentire ancora il profumo della cu- cina di casa, dove siamo cresciuti, e siamo per ciò portati a ricercare un’i- dentità di gusto, sapori e odori che si avvicinino a quelli custoditi nella no- stra memoria: semplici, tradizionali, naturali, privi di tutto ciò che possa risultare artificiale, industriale, ag- giunto». La strada che la società agri- cola Giuseppe Rosso ha percorso in questi venti anni conduce proprio fi- no a qui.